PAROLE, PAROLE, PAROLE, SOLTANTO PAROLE TRA NOI E…

GLI ELETTORI … VE LI RICORDATE?

Certo che è strano vedere questi personaggi che pur di diffondere le loro promesse: “parole, parole, soltanto parole tra noi …” a scapito della realtà e delle reali possibilità di realizzare quanto promesso da loro e dai loro amici alla regione.

Si sono incatenati per “combattere” le politiche regionali sulla sanità e poi?

Oggi dopo 3 anni e mezzo di governo in regione la montagna ha partorito il solito topolino.

Purtroppo questo è un topolino che paghiamo tutti con un decadimento velocissimo delle prestazioni sanitarie qui nella regione Marche e, soprattutto, qui nella provincia di Pesaro Urbino.

Ora che i nodi stanno arrivando al pettine questi signori, sindaci e non della provincia, sono scomparsi, tacciono, non prendono posizione e soprattutto NON DIFENDONO I DRITTI BASILARI dei loro concittadini (forse contano solo nel momento del voto???).

Urbino ed il suo ospedale vedono la diminuzione delle prestazioni chirurgiche, mediche ed ambulatoriali. Quindi con il permanere di forti dubbi sul mantenimento dei servizi indispensabili per la popolazione quali il punto nascite, la senologia, l’ortopedia, la medicina generale, ecc. e questo nonostante l’abnegazione e la professionalità del personale.

Sempre meno personale adeguatamente professionalizzato vuole venire a lavorare all’ospedale di Urbino.

Le carenze di organizzazione e di personale vengono bypassate tramite l’appalto ai privati (cooperative di medici, infermieri, ecc.) a scapito di professionalità, conoscenza del malato, abnegazione nel servizio e soprattutto a costi elevatissimi e depauperamento delle professionalità interne.

Il Pronto soccorso vede templi biblici, si sa quando si entra ma sicuramente non si sa quando si esce. A volte si rinuncia addirittura alla visita e si cercano risposte alternative. Il personale presente è sempre più composto da “personale a gettone”, sempre a costi più alti che se ci fosse personale interno. Il tutto con  risposte non sempre adeguate per l’utenza e questo nonostante l’impegno dei pochi dipendenti dell’ospedale.

Le liste di attesa sono diventate ingestibili, per una prestazione si possono aspettare anche 12/18 mesi sempre che si riesca ad essere messi in lista, e l’unica risposta che la Dirigenza regionale è stata in grado di dare è mettere il bavaglio agli operatori dei CUP con una direttiva che impedisce qualsiasi dialogo con i malati che necessiterebbero di ben altro atteggiamento e di ben altre risposte.

Ma se l’Ospedale non ride è l’intero territorio provinciale, specialmente l’entroterra, che piange, ci si trova di fronte alla carenza di medici di base, di medici per le guardie mediche, dei medici del 118 e quelli dell’emergenza, anestesisti ecc..

Le famose aperture dei nuovi/vecchi ospedali sono di fatto solo sulla carta, magari le strutture ci sono ma con quale e quanto personale? con quali “servizi”? Al momento, o meglio, ancora una volta ci si rivolgerà ai privati vista anche l’ultima delibera regionale (600.000€ per 2 mesi di cooperative …)

Intanto però l’unico ospedale di eccellenza è quello di Ancona, avendo declassato Pesaro e creato un’unica Azienda sanitaria, cosa che permetterà lo spostamento di personale da un sito all’altro con continuo depauperamento di organici e professionalità a favore di chi e di quale struttura sanitaria?

I consultori sono stati depotenziati così come i servizi di igiene mentale, di prevenzione e di riabilitazione e quindi l’utenza più fragile, quella che ha più bisogno di essere seguita, di vedersi riconosciuta è invece abbandonata sempre più a se stessi e, quando presente, alle famiglie con tutto quello che ne consegue.

E quindi tornando a PAROLE, PAROLE, PAROLE, SOLTANTO PAROLE TRA NOI E … I LORO ELETTORI … VE LI RICORDATE?

Ora dove sono? In quale stanza, al riparo da occhi indiscreti, si sono chiusi? Quali altre mirabolanti promesse stanno predisponendo?

SANITÁ, BENE COMUNE

La Sanità pubblica è sotto attacco, il Fondo Nazionale diminuisce dell’1% in valore nomina lima molto di più in termini reali, dov’è il recupero dell’inflazione?

E nelle Marche? Sono ormai tre anni che la destra governa ed in questi 3 anni è riuscita solo a partorire un piano Sanitario che nei fatti è un libro dei sogni in quanto non vi sono risorse per realizzarlo.

Le risorse suppletive messe a bilancio dalla regione, 1 mln di €, sono servite solo a pagare gli aumenti ai dirigenti ed ai direttori.

Dove sono, quando e con quale personale apriranno i piccoli ospedali sbandierati in campagna elettorale?

Urbino ed il suo ospedale vede la diminuzione delle prestazioni chirurgiche, mediche ed ambulatoriali e quindi con il permanere di forti dubbi sul mantenimento di servizi indispensabili per la popolazione: punto nascite, senologia, ortopedia, ecc. e questo nonostante l’abnegazione e la professionalità del personale.

  • La carenza di personale viene superata con “prestazioni professionali a gettone” con costi elevatissimi e depauperamento delle professionalità interne.
  • Pronto soccorso che vede sempre più “personale a gettone”, sempre a costi più alti che se ci fosse personale interno, ma sempre con risposte inadeguate per l’utenza, come i tempi di attesa che sono diventati biblici.

Le liste di attesa sono diventate ingestibili, per una prestazione si possono aspettare anche 12/18 mesi, e l’unica risposta è stato mettere il bavaglio agli operatori dei CUP.

Ma se l’Ospedale non ride è l’intero territorio che piange, ci si trova di fronte alla carenza di medici di base, delle guardie mediche, dei medici del 118 e dell’emergenza.

I consultori sono stati depotenziati così come i servizi di igiene mentale, di prevenzione e di riabilitazione.

NON PERMETTEREMO LO SMANTELLAMENTO DELLA SANITÁ PUBBLICA,

COSÌ COME PORTEREMO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI LE FALSE PROMESSE DELLA GIUNTA ACQUAROLI.

URBINO DEL FUTURO

Vorrei porre all’attenzione della dirigenza, degli iscritti, dei simpatizzanti e della popolazione di Urbino alcuni spunti di riflessione utili a  una proposta per una “URBINO DEL FUTURO”.

Futuro sì ma che può e deve diventare realtà già a luglio del prossimo anno.

Una nuova Giunta, una nuova squadra ed un nuovo Sindaco che mettano proprio L’URBINO DEL FUTURO al centro della loro attività quotidiana di governo e prospettiva e non già una semplice “manutenzione della città” così come fatto negli ultimi dieci anni.

Inoltre Urbino deve e può essere un vero coagulante per i comuni del Montefeltro e  dell’entroterra tutto, deve farsi promotore di un dialogo forte con la costa per creare insieme una vera rivoluzione copernicana che metta al centro i valori, le capacità e le prospettive dell’intera provincia senza più campanilismi e senza più “primi della classe”.

Lavorare insieme da forza, crea prospettive, da una visione diversa e soprattutto permette di sedersi ai tavoli che contano, sanità, rifiuti, energia con molta più forza.

Urbino si è spopolata, Urbino non dà prospettive ai suoi giovani e a chi esce dall’Università, Urbino che ha ampie zone senza un’adeguata copertura internet, Urbino che non ha quasi energie alternative sul proprio territorio, Urbino che ha un centro storico scarsamente se non per nulla adeguato ad essere vissuto dai turisti, Urbino che la sera diventa ostaggio dei clienti di bar, birrerie, ecc. che hanno di fatto invaso ogni angolo portando addirittura a chiudere il centro agli autobus ma lasciandolo aperto alle macchine sino alle 20,00 …

Da questo elenco, che non è certo esaustivo, si può sicuramente partire per proporre alla cittadinanza, ed insieme a loro, programmi che mettano al centro il superamento delle criticità e per costruire l’Urbino del futuro dando inizio ad un nuovo rinascimento per la città ed i suoi abitanti .

È mia intenzione dare semplici idee, non in ordine di importanza, che ritengo utili ad aprire un dialogo franco ed aperto tra gli iscritti, i simpatizzanti e  la cittadinanza tutta.

Spopolamento e prospettive per i giovani, su questo argomento non si può pensare di agire da soli ma vi è la necessità di coinvolgere le più importanti strutture esistenti sul territorio come ad esempio l’Università.

Così come si debbono riportare all’attenzione del mondo cittadino e non le altre realtà culturali e scolastiche esistenti come l’ISEA, il liceo artistico già Scuola del libro che con le loro capacità grafiche, incisorie, restauro del libro, calcografia, ecc. possono fare da traino ad un turismo e/o insediamento “culturale” che non sia più solamente legato all’Università.

Inoltre potrebbero queste realtà possono farsi ambasciatrici nel mondo dell’arte urbinate che ha annoverato veri e propri maestri riconosciuti in ogni dove, così come può essere utile la creazione di un museo che racchiuda al suo interno i macchinari per i diversi tipi di incisione, calcografia e di stampa artistica che ne fanno vanto.

Vi è la necessità di ricercare sinergie per la creazione di prospettive lavorative per i giovani laureati fornendo aiuti alla creazione di start-up innovative, magari mettendo a disposizione spazi di proprietà del comune e/o predisponendo sgravi fiscali, magari indirizzandosi verso innovazione tecnologica, nuove fonti energetiche, agricoltura biologica, ecc.

Così come non si possono mettere in campo serie politiche abitative per nuove coppie, per urbinati di rientro se non dopo aver reso veramente SMART la città. Le imprese tecnologiche ma anche molte altre tipologia di aziende che fanno del lavoro a distanza uno dei loro punti di forza (quanti giovani imprenditori hanno scelto di abitare e lavorare in luoghi ameni ma ben serviti sotto il profilo tecnologico?).

Non si può continuare a cementificare aree di territorio e non investire per “riconsegnare” aree ad una agricoltura biologica, in fondo siamo un distretto che di biologico se ne intende, mettendo a  disposizione dei giovani, che abbiano voglia di impegnarsi in queste attività, strumenti fiscali, formativi e strutturali per iniziare attività agricole così come avviene in altre parti d’Italia.

È necessario intervenire nel Centro Storico lasciato di fatto ostaggio di bar, birrerie ecc. a solo beneficio degli studenti e pochi altri, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Si deve ripensare una politica abitativa che metta al centro la residenza stabile e non già gli affitti studenteschi e/o l’albergo diffuso (utopia legata a non si sa bene quale turismo, vista la mancanza ad oggi di un piano strategico su questo argomento).

Green economy e fonti energetiche rinnovabili.

Su questo argomento e con scelte mirate si può veramente fare molto.

Ad esempio si può puntare alla creazione di comunità energetiche sul territorio “esterno” al centro storico, Canavaccio, Torre, Cavallino, Pieve di Cagna, Monte soffio, ecc. senza tralasciare la parte esterna al Centro storico come Piantata, San Bernardino, ecc. magari aprendo un Ufficio comunale in grado di accompagnare quanti vogliano iniziare questo percorso o in grado di progettare Comunità energetiche comunali.

Vi è anche la necessità di iniziare studi di fattibilità, magari ricercando la collaborazione dell’UNESCO, per permettere a tutta Urbino di diventare città Carbon Free.

Da questa scelta oltre al risparmio economico per le famiglie può nascere una nuova cultura dello stare insieme e grazie socialità che ne scaturirebbe si può tornare ad essere “città unica” e non già “micro comuni che pensano solo a se stessi”.

Vi può essere un fiorire di piccole attività economiche  che vanno dai manutentori, agli installatori e soprattutto ai progettisti, e per questi ultimi può e deve esserci la collaborazione con l’Università.

Tutte queste attività porterebbero nuova occupazione vera, e non già semplici spostamenti di lavoratori, accendendo interesse anche verso chi oggi non abita più o non ha mai abitato ad Urbino e soprattutto senza cementificare altre aree del territorio comunale.

Altro argomento che dovrebbe far parte del futuro cittadino è quello di rendere Urbino realmente SMART. Vi è la necessità di portare la fibra e la connessione mobile internet in tutto il territorio comunale e su questo punto, io credo, una amministrazione attenta può fare molto.

Sappiamo bene quanto scarsa sia la “capacità” contrattuale dei singoli a fronte di quella di un Comune. Abbiamo antenne con ripetitori sui palazzi, una rete fissa che porta la fibra sino alle cabine ma di fatto non nelle case o negli uffici, con l’eccezione dell’Università (mi pare) ma soprattutto troppa “periferia è sprovvista anche di una semplice copertura mobile.

Vogliamo far crescere Urbino, renderla attrattiva per giovani, per imprenditori digitali, per professioni che non fanno della “presenza costante” nei propri cantieri il loro core-business e allora il rendere Urbino una città realmente SMART è obbligatorio ma questa è una scelta che deve e può fare un’ amministrazione che guarda al futuro, con persone che mettano al centro la progettazione  e la programmazione a fronte dell’immediato e del quotidiano.

Anche Urbino SMART è uno strumento che può favorire un ripopolamento del territorio permettendo la nascita di opportunità lavorative ed essere, quindi, appetibile per i giovani laureati che hanno già apprezzato la nostra città ma che sino ad oggi non hanno nessuna prospettiva per rimanerci.

Turismo e centro “umano”.

Anche qui le scelte possono essere molteplici ma non possono non passare da una scelta di “campo” della prossima amministrazione comunale che deve investire in turismo.

Non un turismo mordi e fuggi e soprattutto non “drogato” dai numeri derivanti dalle lauree e dai parenti degli studenti, che non vanno assolutamente abbandonati ma che vanno inseriti, essi stessi, in un sistema di servizi e di attività che facciano vivere realmente la città, il suo territorio e i comuni del Montefeltro.

Cambiare la metratura minima degli appartamenti con la scusa/prospettiva di renderli “albergo diffuso” non mi sembra proprio una scelta che va in questa direzione, io credo che prima si debba costruire un’offerta seria, con attività reali, con tempi e prospettive di vita che non siano soltanto “l’aperitivo e/o la birra in piazza”.

Vanno ricercati accordi con l’entroterra e con la costa funzionali alla creazione di pacchetti appetibili ai turisti “veri” e che contengano spazi adeguati sia sotto il profilo turistico che di tempo per se stessi costruendo così, in accordo con i tour operator, pacchetti che permettano ai turisti di vivere Urbino, l’entroterra e la costa così da rendere la nostra città realmente appetibile per un vero turismo non mordi e fuggi.

Urbino sotto il profilo turistico può avvalersi anche di ciò che l’arte produce nel territorio tramite l’ISEA e la Scuola del Libro magari attraverso la creazione di un museo sulle tecniche incisorie e con i macchinari per realizzarle, per stampare ecc., inoltre si potrebbero inserire nei tour turistici anche esperienze d’arte in collaborazione con le suddette scuole, esperienze che sappiamo essere molto appetibili specialmente all’estero.

Bisogna che il centro storico torni ad essere un “luogo dell’anima”, vanno bene anche bar e birrerie ma insieme ad esse vi deve essere un’offerta di servizi/opportunità anche per le famiglie, per chi non fa dell’aperitivo il proprio vivere, per chi ama la passeggiata, la chiacchierata e/o semplicemente lo stare insieme senza dover “consumare”.

Ancora un argomento che mi sta a cuore e cioè il problema dei residenti anziani, o di quanti non sono in possesso di autovetture, che si vedono di fatto precluso il centro cittadino la sera.

Le piazze urbinate, i vicoli e gli angoli che hanno sempre fatto di Urbino un salotto di incontri, di cultura, di armonia e di conoscenza oggi sono appannaggio esclusivo degli studenti o di chi a buone gambe o un mezzo di trasporto proprio e, di fatto, è precluso per gli anziani.

Proprio non capisco la scelta di fermare i bus in centro dopo le 17,45 sostituendo il tutto con una specie di circolare che fa il giro delle mura.

Una delle motivazioni è che il centro veniva “intasato” dai continui passaggi dei minibus costretti a fare la gimcana tra i tavoli e la gente, ma visto che il fermo è contemporaneo all’apertura alle auto non sembra anche a voi una scusa?

Una definizione di orari diversi, magari con meno corse, sino almeno alle ore 20/21, con percorsi che si leghino a coincidenze con altre linee, che circolano all’esterno delle mura e che raggiungano i vari settori della città, non sarebbe più saggio?

Si potrebbe pensare ad una navetta, magari elettrica,  che faccia il giro dei parcheggi esistenti ed arrivi a scaricare gli utenti in centro, magari gratis se si fanno pagare i parcheggi o a pagamento se gli stessi fossero gratuiti, fornendo così un servizio reale ai turisti ed ai pendolari che visitano o debbano arrivare in centro per lavoro.

Tutto quanto scritto si potrà fare se vi è convergenza tra le forze progressiste della città, se saremo capaci di coinvolgere la cittadinanza e se avremo la capacità di legarle alle esigenze che emergeranno tra la gente.

Si dovrà essere sarà capaci di ridare valore al sapere dei dipendenti e dei dirigenti del comune, tornando a premiare la vera professionalità tra di loro e andando ad assumere quelle professionalità che per scelte degli ultimi dieci anni si sono perse.

La capacità di ricercare bandi, di predisporre progetti che possano concorrere ed essere finanziati non si trova per strada. I fondi necessari a costruire l’Urbino del futuro non si trovano nelle parole di personaggi più o meno famosi, vedasi il nostro caro Sgarbi, capaci di incantare l’uditorio e di trovare spiccioli per ciò che interessa loro ma nella professionalità dei propri dirigenti comunali che insieme anche professionisti esterni siano in grado di produrre progetti in gradi di vincere bandi, di ricercare fondi tramite Fondazioni ecc.

In questo Pesaro e la sua giunta dovrebbero insegnarci quanto sia importante avere queste capacità per reperire i fondi che vanno a finanziare progetti alti, innovativi e funzionali alla crescita e al futuro della città.

Stefano Testa

TOCCARE IL FONDO NELLA SANITA’ MARCHIGIANA

Toccare il fondo nella sanità marchigiana, perché questo titolo semplicemente perché leggiamo sulla stampa, certamente non favorevole alle opposizioni, le nuove” linee guida” per gli operatori che tutti i giorni sono in prima linea di fronte ai cittadini che necessitano di prestazioni sanitarie.

Linee guida? O non già una direttiva con cui si mette un bavaglio agli operatori del CUP creando, in perfetta malafede, ostacoli agli utenti che necessitano di una prestazione sanitaria?

Divieti e intimazioni gravi per togliere l’umanità a quei lavoratori che si spendono per tentare di aiutare i cittadini che sono sempre più disperati e impotenti di fronte ad un sistema sanitario che non da più risposte se non in tempi biblici.

Chi ha la possibilità economica ricorre al privato e gli altri? Si arrangino.

La regione Marche che fa?

Invece di potenziare gli ambulatori e conseguentemente aumentare le prestazioni scarica la colpa sull’ultimo anello della catena, gli operatori del CUP mettendo loro la museruola.

Atto gravissimo che come partito democratico, ma anche come semplici cittadini, denunciamo a gran forza.

Dove sono quei personaggi che si sono incatenati davanti agli ospedali?

Dove sono le soluzioni “promesse” in campagna elettorale?

Dove sono le risposte alla cittadinanza?

Sono ormai più di tre anni che la destra governa la nostra regione e l’unica cosa che sono riusciti a fare è rendere ancor più biblici i tempi per una visita e/o una prestazione specialistica oltre che riempire la testa agli elettori con promesse che non hanno alcun legame con la realtà.

Continuano a scaricare le responsabilità sulla precedente giunta ma loro sono più di tre anni che governano.

Siamo vicini a tutti i cittadini che stanno vivendo un grande momento di difficoltà per l’accesso alle cure ed esprimiamo solidarietà a tutti i lavoratori in trincea che non hanno più neanche la libertà di parlare secondo la propria coscienza

A PROPOSITO DELLA DISCARICA DI RICECI

Il nostro Segretario Giorgio Ubaldi è nuovamente intervenuto sulla ipotesi dell’apertura di una discarica a Riceci.

Ubaldi partendo da quanto affermato, anche durante la Festa dell’Unità di Urbino, da Matteo Ricci “storia che è in un vicolo cieco, perche non ci sono le condizioni minime né politico istituzionali né tecniche per andare avanti. Abbiamo avuto un confronto molto teso dentro Marche Multiservizi negli ultimi mesi e siano riusciti ad indirizzare la vicenda verso un piano B perché quella cosa lì non si può fare. Adesso spero che la Provincia chiuda il prima possibile”, e dal fatto che la Regione si è già espressa tecnicamente sul fatto che non ci sono le distanze ci tiene a ribadire che:

“Il Presidente della Provincia Paolini debba avere più coraggio e fermare questo stillicidio. Fino  a ieri pochissimi conoscevano Riceci (ricordiamo che il PD urbinate ha presentato e fatto votare una mozione al comune di Urbino contraria alla discarica già i primi giorni di Aprile). Oggi sono tutti lì a fermare lo scempio . Paolini blocchi la discarica negando l’autorizzazione, senza attendere il parere dei tecnici, così come Pierotti e Ricci convochino Hera per farla desistere da questo progetto.”

Riteniamo che la “Politica” con la P maiuscola non possa aspettare, allungare i tempi, non prendersi le proprie responsabilità.

La popolazione aspetta risposte certe.