URBINO DEL FUTURO
Vorrei porre all’attenzione della dirigenza, degli iscritti, dei simpatizzanti e della popolazione di Urbino alcuni spunti di riflessione utili a una proposta per una “URBINO DEL FUTURO”.
Futuro sì ma che può e deve diventare realtà già a luglio del prossimo anno.
Una nuova Giunta, una nuova squadra ed un nuovo Sindaco che mettano proprio L’URBINO DEL FUTURO al centro della loro attività quotidiana di governo e prospettiva e non già una semplice “manutenzione della città” così come fatto negli ultimi dieci anni.
Inoltre Urbino deve e può essere un vero coagulante per i comuni del Montefeltro e dell’entroterra tutto, deve farsi promotore di un dialogo forte con la costa per creare insieme una vera rivoluzione copernicana che metta al centro i valori, le capacità e le prospettive dell’intera provincia senza più campanilismi e senza più “primi della classe”.
Lavorare insieme da forza, crea prospettive, da una visione diversa e soprattutto permette di sedersi ai tavoli che contano, sanità, rifiuti, energia con molta più forza.
Urbino si è spopolata, Urbino non dà prospettive ai suoi giovani e a chi esce dall’Università, Urbino che ha ampie zone senza un’adeguata copertura internet, Urbino che non ha quasi energie alternative sul proprio territorio, Urbino che ha un centro storico scarsamente se non per nulla adeguato ad essere vissuto dai turisti, Urbino che la sera diventa ostaggio dei clienti di bar, birrerie, ecc. che hanno di fatto invaso ogni angolo portando addirittura a chiudere il centro agli autobus ma lasciandolo aperto alle macchine sino alle 20,00 …
Da questo elenco, che non è certo esaustivo, si può sicuramente partire per proporre alla cittadinanza, ed insieme a loro, programmi che mettano al centro il superamento delle criticità e per costruire l’Urbino del futuro dando inizio ad un nuovo rinascimento per la città ed i suoi abitanti .
È mia intenzione dare semplici idee, non in ordine di importanza, che ritengo utili ad aprire un dialogo franco ed aperto tra gli iscritti, i simpatizzanti e la cittadinanza tutta.
Spopolamento e prospettive per i giovani, su questo argomento non si può pensare di agire da soli ma vi è la necessità di coinvolgere le più importanti strutture esistenti sul territorio come ad esempio l’Università.
Così come si debbono riportare all’attenzione del mondo cittadino e non le altre realtà culturali e scolastiche esistenti come l’ISEA, il liceo artistico già Scuola del libro che con le loro capacità grafiche, incisorie, restauro del libro, calcografia, ecc. possono fare da traino ad un turismo e/o insediamento “culturale” che non sia più solamente legato all’Università.
Inoltre potrebbero queste realtà possono farsi ambasciatrici nel mondo dell’arte urbinate che ha annoverato veri e propri maestri riconosciuti in ogni dove, così come può essere utile la creazione di un museo che racchiuda al suo interno i macchinari per i diversi tipi di incisione, calcografia e di stampa artistica che ne fanno vanto.
Vi è la necessità di ricercare sinergie per la creazione di prospettive lavorative per i giovani laureati fornendo aiuti alla creazione di start-up innovative, magari mettendo a disposizione spazi di proprietà del comune e/o predisponendo sgravi fiscali, magari indirizzandosi verso innovazione tecnologica, nuove fonti energetiche, agricoltura biologica, ecc.
Così come non si possono mettere in campo serie politiche abitative per nuove coppie, per urbinati di rientro se non dopo aver reso veramente SMART la città. Le imprese tecnologiche ma anche molte altre tipologia di aziende che fanno del lavoro a distanza uno dei loro punti di forza (quanti giovani imprenditori hanno scelto di abitare e lavorare in luoghi ameni ma ben serviti sotto il profilo tecnologico?).
Non si può continuare a cementificare aree di territorio e non investire per “riconsegnare” aree ad una agricoltura biologica, in fondo siamo un distretto che di biologico se ne intende, mettendo a disposizione dei giovani, che abbiano voglia di impegnarsi in queste attività, strumenti fiscali, formativi e strutturali per iniziare attività agricole così come avviene in altre parti d’Italia.
È necessario intervenire nel Centro Storico lasciato di fatto ostaggio di bar, birrerie ecc. a solo beneficio degli studenti e pochi altri, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Si deve ripensare una politica abitativa che metta al centro la residenza stabile e non già gli affitti studenteschi e/o l’albergo diffuso (utopia legata a non si sa bene quale turismo, vista la mancanza ad oggi di un piano strategico su questo argomento).
Green economy e fonti energetiche rinnovabili.
Su questo argomento e con scelte mirate si può veramente fare molto.
Ad esempio si può puntare alla creazione di comunità energetiche sul territorio “esterno” al centro storico, Canavaccio, Torre, Cavallino, Pieve di Cagna, Monte soffio, ecc. senza tralasciare la parte esterna al Centro storico come Piantata, San Bernardino, ecc. magari aprendo un Ufficio comunale in grado di accompagnare quanti vogliano iniziare questo percorso o in grado di progettare Comunità energetiche comunali.
Vi è anche la necessità di iniziare studi di fattibilità, magari ricercando la collaborazione dell’UNESCO, per permettere a tutta Urbino di diventare città Carbon Free.
Da questa scelta oltre al risparmio economico per le famiglie può nascere una nuova cultura dello stare insieme e grazie socialità che ne scaturirebbe si può tornare ad essere “città unica” e non già “micro comuni che pensano solo a se stessi”.
Vi può essere un fiorire di piccole attività economiche che vanno dai manutentori, agli installatori e soprattutto ai progettisti, e per questi ultimi può e deve esserci la collaborazione con l’Università.
Tutte queste attività porterebbero nuova occupazione vera, e non già semplici spostamenti di lavoratori, accendendo interesse anche verso chi oggi non abita più o non ha mai abitato ad Urbino e soprattutto senza cementificare altre aree del territorio comunale.
Altro argomento che dovrebbe far parte del futuro cittadino è quello di rendere Urbino realmente SMART. Vi è la necessità di portare la fibra e la connessione mobile internet in tutto il territorio comunale e su questo punto, io credo, una amministrazione attenta può fare molto.
Sappiamo bene quanto scarsa sia la “capacità” contrattuale dei singoli a fronte di quella di un Comune. Abbiamo antenne con ripetitori sui palazzi, una rete fissa che porta la fibra sino alle cabine ma di fatto non nelle case o negli uffici, con l’eccezione dell’Università (mi pare) ma soprattutto troppa “periferia è sprovvista anche di una semplice copertura mobile.
Vogliamo far crescere Urbino, renderla attrattiva per giovani, per imprenditori digitali, per professioni che non fanno della “presenza costante” nei propri cantieri il loro core-business e allora il rendere Urbino una città realmente SMART è obbligatorio ma questa è una scelta che deve e può fare un’ amministrazione che guarda al futuro, con persone che mettano al centro la progettazione e la programmazione a fronte dell’immediato e del quotidiano.
Anche Urbino SMART è uno strumento che può favorire un ripopolamento del territorio permettendo la nascita di opportunità lavorative ed essere, quindi, appetibile per i giovani laureati che hanno già apprezzato la nostra città ma che sino ad oggi non hanno nessuna prospettiva per rimanerci.
Anche qui le scelte possono essere molteplici ma non possono non passare da una scelta di “campo” della prossima amministrazione comunale che deve investire in turismo.
Non un turismo mordi e fuggi e soprattutto non “drogato” dai numeri derivanti dalle lauree e dai parenti degli studenti, che non vanno assolutamente abbandonati ma che vanno inseriti, essi stessi, in un sistema di servizi e di attività che facciano vivere realmente la città, il suo territorio e i comuni del Montefeltro.
Cambiare la metratura minima degli appartamenti con la scusa/prospettiva di renderli “albergo diffuso” non mi sembra proprio una scelta che va in questa direzione, io credo che prima si debba costruire un’offerta seria, con attività reali, con tempi e prospettive di vita che non siano soltanto “l’aperitivo e/o la birra in piazza”.
Vanno ricercati accordi con l’entroterra e con la costa funzionali alla creazione di pacchetti appetibili ai turisti “veri” e che contengano spazi adeguati sia sotto il profilo turistico che di tempo per se stessi costruendo così, in accordo con i tour operator, pacchetti che permettano ai turisti di vivere Urbino, l’entroterra e la costa così da rendere la nostra città realmente appetibile per un vero turismo non mordi e fuggi.
Urbino sotto il profilo turistico può avvalersi anche di ciò che l’arte produce nel territorio tramite l’ISEA e la Scuola del Libro magari attraverso la creazione di un museo sulle tecniche incisorie e con i macchinari per realizzarle, per stampare ecc., inoltre si potrebbero inserire nei tour turistici anche esperienze d’arte in collaborazione con le suddette scuole, esperienze che sappiamo essere molto appetibili specialmente all’estero.
Bisogna che il centro storico torni ad essere un “luogo dell’anima”, vanno bene anche bar e birrerie ma insieme ad esse vi deve essere un’offerta di servizi/opportunità anche per le famiglie, per chi non fa dell’aperitivo il proprio vivere, per chi ama la passeggiata, la chiacchierata e/o semplicemente lo stare insieme senza dover “consumare”.
Ancora un argomento che mi sta a cuore e cioè il problema dei residenti anziani, o di quanti non sono in possesso di autovetture, che si vedono di fatto precluso il centro cittadino la sera.
Le piazze urbinate, i vicoli e gli angoli che hanno sempre fatto di Urbino un salotto di incontri, di cultura, di armonia e di conoscenza oggi sono appannaggio esclusivo degli studenti o di chi a buone gambe o un mezzo di trasporto proprio e, di fatto, è precluso per gli anziani.
Proprio non capisco la scelta di fermare i bus in centro dopo le 17,45 sostituendo il tutto con una specie di circolare che fa il giro delle mura.
Una delle motivazioni è che il centro veniva “intasato” dai continui passaggi dei minibus costretti a fare la gimcana tra i tavoli e la gente, ma visto che il fermo è contemporaneo all’apertura alle auto non sembra anche a voi una scusa?
Una definizione di orari diversi, magari con meno corse, sino almeno alle ore 20/21, con percorsi che si leghino a coincidenze con altre linee, che circolano all’esterno delle mura e che raggiungano i vari settori della città, non sarebbe più saggio?
Si potrebbe pensare ad una navetta, magari elettrica, che faccia il giro dei parcheggi esistenti ed arrivi a scaricare gli utenti in centro, magari gratis se si fanno pagare i parcheggi o a pagamento se gli stessi fossero gratuiti, fornendo così un servizio reale ai turisti ed ai pendolari che visitano o debbano arrivare in centro per lavoro.
Tutto quanto scritto si potrà fare se vi è convergenza tra le forze progressiste della città, se saremo capaci di coinvolgere la cittadinanza e se avremo la capacità di legarle alle esigenze che emergeranno tra la gente.
Si dovrà essere sarà capaci di ridare valore al sapere dei dipendenti e dei dirigenti del comune, tornando a premiare la vera professionalità tra di loro e andando ad assumere quelle professionalità che per scelte degli ultimi dieci anni si sono perse.
La capacità di ricercare bandi, di predisporre progetti che possano concorrere ed essere finanziati non si trova per strada. I fondi necessari a costruire l’Urbino del futuro non si trovano nelle parole di personaggi più o meno famosi, vedasi il nostro caro Sgarbi, capaci di incantare l’uditorio e di trovare spiccioli per ciò che interessa loro ma nella professionalità dei propri dirigenti comunali che insieme anche professionisti esterni siano in grado di produrre progetti in gradi di vincere bandi, di ricercare fondi tramite Fondazioni ecc.
In questo Pesaro e la sua giunta dovrebbero insegnarci quanto sia importante avere queste capacità per reperire i fondi che vanno a finanziare progetti alti, innovativi e funzionali alla crescita e al futuro della città.
Stefano Testa