L’alba di un nuovo giorno
Finalmente si è chiusa la prima fase del lavoro per le prossime elezioni cittadine.
Dopo molti incontri tra le forze del Centro Sinistra si è concluso l’iter per giungere ad una coalizione che ha predisposto una bozza di programma per la “CITTÁ FUTURA, LA CITTÁ CHE VERRÁ”.
Dopo 10 anni di un “uomo solo al comando”, che ha gestito la città a propria immagine e somiglianza e che ha portato ad una riduzione di oltre il 20% delle imprese del territorio, come dimostrato dai dati della CNA, e la perdita di oltre 1.500 abitanti con una percentuale doppia rispetto ai dati provinciali e tripla rispetto a quelli regionali,
c’è necessità assoluta di costruire un progetto che rimetta al centro la crescita di Urbino a livello culturale, di abitanti attraverso politiche abitative e di servizi alle famiglie, di politiche per i giovani ed il lavoro, di una reale svolta green della città, di una rinascita del centro storico, di una predisposizione dei servizi necessari al vivere comune, di una sanità territoriale e soprattutto capace di ricostruire il senso di comunità che sta sempre più scomparendo lasciando il posto all’individualismo e al tornaconto individuale o di piccolo gruppo.
Il sindaco ha governato solo il quotidiano, che pure è importante, senza dare alcuna prospettiva alla città.
Abbiamo vissuto e viviamo momenti in cui non si riesce minimamente a capire cosa hanno in testa Gambini e i suoi vassalli, che hanno acquisito l’ex MEGAS, la OSCA ed ultimo ma non ultimo un capannone zona Sasso, ma con quale progettualità e con quali ritorni per la città ei suoi abitanti?
Hanno deliberato la vendita di parte del Monastero di Santa Chiara, palazzo storico di fama mondiale, e con quale scopo?
Hanno “creato” la figura del pro-sindaco per far posto al signor Sgarbi con i risultati per la città che tutti conosciamo, e con i danni di immagine che derivano dalle ultimi vicende che lo coinvolgono.
Hanno voluto essere i “primi della classe” nell’accorpamento scolastico senza coinvolgere in termini reali le strutture interessate.
Hanno reso il centro ostaggio di bar e pub tranne poi fare ordinanze restrittive fini a se stesse ed arrivando addirittura a isolarlo, per chi non ha un’autovettura, interrompendo il servizio pubblico alle ore 17,45.
Nel decennio gambiniano sono state chiusi tutti o quasi gli spazi di aggregazione e i centri di servizio alle famiglie.
Abbiamo un primo cittadino imprenditore del biologico ma che ha operato in modo di saturare prima del tempo la discarica di Urbino accettando il conferimento di fanghi da altre parti d’Italia e li abbiamo sentiti riempirsi la bocca e gridare ai quattro venti la loro anima biologica, nata nel territorio ben prima dell’avvento di questa giunta, sponsorizzare il Biosalus, nato anch’esso ben prima del suo primo mandato, per poi dimostrare il vero volto “ambientalista” del sindaco con il suo essere favorevole all’apertura della discarica di Riceci, chissà se avrebbe espresso lo stesso parere se avessero proposto di farla nella vallata tra Montecalvo e Schieti …
Abbiamo visto il Consiglio comunale votare all’unanimità un ODG contro la stessa discarica, impegnando di fatto anche il sindaco, senza che questo spostasse minimamente la posizione di Gambini.
Abbiamo constatato come siano state diminuite le metrature minime per gli appartamenti in centro per “creare alberghi diffusi”… e comunque senza una preventiva progettualità che trasformi l’attuale turismo mordi e fuggi in un turismo di tipo residenziale e senza una visone sinergica dell’intero territorio, che vada al di là delle sole bellezze storico artistiche di Urbino ma che sia capace di entrare in relazione ed in sintonia con gli altri comuni del Montefeltro e della costa per creare “pacchetti vacanze” anche e soprattutto di tipo residenziale.
Ma tutto questo fare, o meglio tutto questo non fare è stato fatto a quale scopo? Con quali fini? Perché?
Per noi del PD è stato tutto un mettere al centro interessi non collettivi ma di pochi e, soprattutto, senza alcuna visione del futuro, anzi condannando di fatto Urbino alla decadenza sociale, politica ed abitativa.
Oggi FINALMENTE possiamo ribaltare questo metodo, possiamo spogliare il “re”, basta leggere le sue dichiarazioni su un suo eventuale successore, possiamo finalmente rimettere al centro il BENE COMUNE, possiamo RICOSTRUIRE un senso di APPARTENENZA, un senso di COMUNITÁ, un senso di CITTÁ come luogo di AGGREGAZIONE e di CRESCITA COMUNE.
Certo perché questo si realizzi vi era la necessità di costruire un fronte comune di forze progressiste, un fronte inclusivo e non esclusivo, aperto a chiunque abbia a cuore il bene di Urbino e della sua cittadinanza. Un campo che sapesse dialogare al suo interno, lasciando fuori il passato, i personalismi, le delusioni e gli attriti e che sia LEGATO ALLA COSTRUZIONE DI UN FUTURO degno di Urbino e pensiamo che ciò sia stato fatto.
Ora rimbocchiamoci le mani, presentiamo il programma alla gente, coinvolgiamo la cittadinanza per arrivare alle prossime elezioni compatti, forti e con l’ambizione di far tornare Urbino centro culturale, aggregativo e attrattivo.